Day 2 – Parte II: Hallstatt

Arrivare ad Hallstatt in una giornata di pioggia come quella che ho trovato è stato come entrare in sogno: l’atmosfera era incantata, con le nuvole basse che correvano tra l’acqua del lago e le vette dei monti, e quella pioggerella leggera che dava all’aria il profumo dei boschi bagnati. Troviamo subito il nostro hotel (Gasthof Grüner Anger), veramente a due passi dal lago e dal centro, e siamo incantati dalla nostra camera: l’ultima del corridoio all’ultimo piano, è una mansarda dal pavimento riscaldato con due meravigliosi abbaini che si affacciano sul paese e sulle montagne. Magico, già ci pregustiamo lo spettacolo dell’indomani mattina. Il tempo di darsi una rinfrescata e via, si parte all’esplorazione di questo paese che sognavo di vedere letteralmente da anni: tutta la visita ha un che di surreale, un po’ perchè per strada non c’è veramente nessuno (evento estremamente raro in un posto così famoso) per colpa, anzi merito del tempo, un po’ perchè ho sognato talmente tanto questo momento che non riesco davvero a realizzare di essere qui. La prima parte di paese è la più antica, e si tratta delle famose case costruite proprio sul fianco della montagna: sono una più bella dell’altra, e vale la pena camminare con calma per godersi ogni singolo dettaglio, intaglio, decoro. Piove sempre più forte, ma quasi non ci facciamo nemmeno caso tanto siamo estasiati: troviamo tutti i punti più fotografici e ci inoltriamo sempre di più nel paese, che diventa più bello ogni passo che compiamo. Raggiungiamo la piazzetta principale, una bomboniera di facciate colorate e balconi di legno, arriviamo alla chiesa che sta più in alto e finiamo esattamente dal lato opposto di Hallstatt, dove si ha una vista magnifica sulla cittadina affacciata sul lago. Nonostante piova davvero fortissimo ormai, restiamo lì un po’ a fotografare e filmare, un po’ a goderci questo paesaggio surreale: ora non c’è davvero nessuno, nemmeno le classiche comitive di cinesi che ci stiamo ritrovando un po’ ovunque, le case che ci circondano sono tutte di legno, colorate, perfette…sembra davvero incredibile che qualcuno possa abitare davvero qui. Sono quasi le 18.30, ovvero l’ora di cena da queste parti: ci accorgiamo che sta iniziando a chiudere tutto, anche perchè fuori stagione non sono aperti a lungo, e così iniziamo a ritornare in zona albergo. Sul lungo lago troviamo un piccolo localino in legno scuro con i tavolini all’esterno sotto una grande tenda, e i funghi da esterno che scaldano: perfetto per noi, tutti stanchi e umidicci. Mi gusto una delle zuppe di gulash più buone della mia vita, e una cotoletta panata che è grande quando la mia faccia, al calduccio mentre intorno piove e le nuvole sono sempre più basse. Un po’ di relax ora è quelle che ci vuole, e così si torna in hotel, dove ci regaliamo una lunga doccia ristoratrice e organizziamo panini e zaini per il giorno dopo. Essendo ad Hallstatt non possiamo non approfittarne, e così via con una gita notturna, stavolta in macchina fino al parcheggio sopraelevato: prendiamo solo tanta, tantissima acqua mista neve, attraversiamo un cimitero completamente al buio e facciamo tante scale. Stiamo fuori poco perchè ormai è tardi, e veramente anche il nostro spirito di intraprendenza non può nulla in una notte così, e allora andiamo a goderci del meritato riposo, al calduccio della nostra stanza in mansarda.

Alla prossima avventura!

Marty

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